Questi due progetti, seppure situati in due comuni abbastanza distanti tra loro, hanno in comune il due aspetti: una impostazione didattica molto strutturata con indicazioni precise riguardo alle attività che devono trovare spazio all’interno della scuola, e il tema dell’ampliamento, che spinge a ripensare in modo radicale l’impianto dell’organismo edilizio e della sistemazione esterna.
Entrambe le scuole sorgono in lotti abbastanza ampi, in aree pianeggianti marginali rispetto all’abitato, di urbanizzazione recente, e non presentano aspetti architettonici rilevanti: sono costituite da volumi giustapposti successivamente nel tempo, con un disegno frammentato e mancano di riconoscibilità rispetto all’intorno costituito da volumi analoghi per dimensione e disegno.
A Telti è prevista la demolizione di gran parte delle costruzioni esistenti perchè di scarso pregio architettonico e inadeguate dal punto di vista sismico; viene conservato solo un piccolo edificio rettangolare a tre campate, nucleo originario della scuola. I principali temi proposti dal bando sono due: dal punto di vista compositivo il richiamo alle forme archetipe e ai volumi semplici della tradizione, e dal punto di vista della didattica il riferimento agli scacchi e all’immaginario legato a questa disciplina, in cui sono coinvolti molti studenti che partecipano a tornei anche a livello nazionale, e che viene ritenuta importante per lo sviluppo e il potenziamento delle abilità del pensiero logico-deduttivo. Il progetto prevede perciò la realizzazione accanto all’edificio rimasto di un nuovo volume con alte prestazioni tecnologiche ed energetiche (NZEB), caratterizzato dalla pianta rettangolare e dalla copertura a doppia falda tipica dello stazzu gallurese, che ospita la scuola primaria, i relativi laboratori e un ampio spazio polifunzionale con pareti mobili al piano terra. Le aule, dislocate al primo piano, sono anch’esse dotate di pareti mobili che all’occorrenza vengono impacchettate completamente e rendono l’intero piano uno spazio didattico libero e fluido. Al piano terra la grande sala mensa è pensata con un arredamento facilmente spostabile per consentire facilmente l’allestimento dei tornei di scacchi. Lo spazio esterno è lasciato quanto più possibile allo stato naturale ed è caratterizzato solo da porzioni disegnate a scacchiera da fioriere quadrate e padiglioni che ospitano orti didattici per i diversi ordini e cicli scolastici.
La scuola di Sedilo invece ha già una dimensione più che sufficiente per organizzare le diverse funzioni didattiche dei tre ordini scolastici che fanno parte del plesso. E’ costituita da due corpi distinti ma analoghi per dimensione e distribuzione, oggetto di riqualificazione statica e energetica; le funzioni didattiche vere e proprie saranno concentrate nel corpo più a ovest, mantenendo quello ad est per le funzioni laboratoriali e direzionali, e per la biblioteca ad uso anche della cittadinanza. Il sistema di climatizzazione per questo motivo è pensato con una distribuzione modulare, in modo da consentire un ottimale contenimento dei consumi a seconda dell’uso degli spazi. I due corpi vengono connessi da un porticato; attraversando il primo edificio, esso diviene una galleria vetrata che consente il collegamento diretto dei tre ordini scolastici con la nuova mensa ricavata in un volume esistente. Da qui la galleria distribuisce agli spogliatoi e la palestra di nuova edificazione, pensata in stretta adiacenza con l’edificio esistente a completare e ricucire il disegno urbano generale. Il tema chiave di questo progetto difatti è la creazione di un polo sportivo di richiamo regionale, che riorganizzi le strutture già esistenti (un campo sportivo regolamentare, un campo di calcetto e due campi da tennis) e preveda per questo la realizzazione di una palestra con campi omologabili per gare ufficiali, utilizzabile anche per tornei organizzati in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico e per rappresentazioni teatrali. La palestra è quindi il punto focale della proposta, un volume semplice, con struttura mista con pilastri in CA e travi a reticolo in legno lamellare e tamponamento in pannelli X-lam, ed è caratterizzata da un grande bow window in policarbonato e da una serie di finestrine strombate disposte liberamente.
Progetto: Raggruppamento Temporaneo tra Professionisti: arch. Antonella Ferrari (capogruppo) – arch. Luella Pandolfini (progettista) – arch. Antonio Fedele (3d visualization) – Fluproject studio associato (progetto impianti) – ing. Guido Faggioli (progetto strutturale) – ing. Alessandro Pedemonte (sicurezza) – ing. Marta Quintini (giovane professionista) – collaboratori: ing. Cesare Bartoli (LEED) – Federico Rossi – Bahaa Zein – Elnaz Amiri