Torre Saline a Stintino

Restauro e recupero della torre di guardia costiera delle Saline di Stinitino (Sassari) risalente al XVI secolo e riconversione del gruppo di edifici ottocenteschi attestati alla sua base in residenza privata.

Progetto preliminare e definitivo autorizzato dalla Soprintendenza – 2012/2013.

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La Torre fa parte del sistema difensivo costituito da torri costiere che furono edificate lungo le coste sarde a partire dal 1500, per contrastare le incursioni dei pirati nordafricani. In particolare questa torre, dalla caratteristica forma cilindrica, fu iniziata nel 1567 a difesa delle vicine saline e delle tonnare, venne più volte restaurata e rimaneggiata e risulta essere presidiata almeno fino al 1843. La torre fu poi ceduta dal Demanio dello Stato a privati nel 1925. 

Gli annessi alla torre sono di costruzione relativamente recente, riconducibile alla fine del secolo XIX e erano adibiti ad uso residenziale privato. Questi edifici risultano costruiti in pietrame a vista, a secco o con leganti di scarsa consistenza, con inclusioni e superfetazioni realizzate in tempi successivi; si presentano in uno stato di grave degrado, con le coperture parzialmente crollate, così come i solai intermedi, e con porzioni di muro collassate.

L’ intervento progettuale prevede un risanamento conservativo degli annessi prossimi alla torre volto a consentirne l’originale uso residenziale. A questo fine si prevede un consolidamento di tutti gli edifici da effettuarsi con idonee tecniche non invasive, rispettose delle caratteristiche costruttive originarie degli edifici e quanto meno visibili dall’esterno. 

La metodologia prescelta è tesa a realizzare completamenti delle opere ricostruendo i manufatti non più presenti in termini dichiaratamente contemporanei. Evitando la realizzazione di falsi storici risulterà in questa maniera evidente ciò che era preesistente e l’attuale. In sostanza si adotta quella che G. Carbonara chiama una “terza via”, quella cioè di “un rapporto vivo e rispettoso con la memoria e di una sua attiva contestualizzazione”, lasciando bene in vista i nuovi interventi e facendoli dialogare con l’esistente. 

Le strutture esistenti degli annessi vengono consolidate, i solai ricostruiti in legno. Per la porzione crollata della parete esterna dell’edificio a due piani si utilizza un’ampia superficie vetrata come elemento dichiarato di contemporaneità dell’intervento: il paramento murario non viene ricostruito e la copertura si ricostituisce in struttura lignea e laterizio solo nella falda rivolta a sud; il volume originario si ricrea sul fronte ed in copertura con un serramento in vetro e profili di bronzo, che definisce il volume originario in modo riconoscibile. 

Progetto: Studio di Architettura Luca Scacchetti – arch. Antonella Ferrari, ing. Marco Balbi, Marco Toni (3d visualization)